Il Programma

Torniamo alla Costituzione

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Rapporti internazionali e difesa

Indipendenza da NATO, UE, EUROZONA e OMS, con una riconquista del senso dell’interesse nazionale. Rigettiamo la presenza della Nato, che ha esaurito il suo compito storico e che ci spinge a pretestuose “guerre umanitarie” nell’interesse esclusivo del suo principale azionista, gli Stati Uniti. Rigettiamo la subordinazione della legislazione nazionale alle normative dell’Unione Europea. Rifiutiamo il vincolo esterno prodotto dalla politica monetaria della BCE e dall’appartenenza all’eurozona. Sosteniamo l’indipendenza decisionale sulle politiche sanitarie. Rivendichiamo il ripristino della sovranità territoriale, militare, culturale e monetaria del popolo italiano e dei popoli europei.

  • Chiediamo l’immediato blocco all’invio di armi al regime ucraino, la promozione di un’opera di mediazione rivolta alla pace, l’interruzione delle sanzioni alla Russia, con la quale bisogna ricostruire rapporti diplomatici.
  • Chiediamo l’archiviazione della stagione dell’unipolarismo atlantista e l’approdo a un mondo multipolare fondato sulla solidarietà e sovranità di stati affratellati.
  • Chiediamo una seria regolamentazione dei flussi migratori, che ne subordini la portata all’effettiva capacità di assorbimento ed integrazione del paese: un’immigrazione incontrollata lede inevitabilmente i diritti dei cittadini dei paesi ospitanti quanto quelli delle persone migranti.
  • Rivendichiamo per l’Italia una posizione di neutralità ed equidistanza geopolitica, con un comparto militare dimensionato sulla difesa e deterrenza nazionale, come previsto dalla Costituzione.

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Sanità

Una sanità pubblica efficiente è presupposto fondamentale di ogni comunità che non voglia alimentare il darwinismo sociale. La sanità dev’essere dunque una funzione di servizio al cittadino, dove vige la persuasione razionale e mai il ricatto o la coercizione. Alla luce dei gravi eventi legati alla stagione pandemica, rifiutiamo ogni autoritarismo sanitario e ogni obbligo vaccinale. Denunciamo inoltre con forza l’abuso sanzionatorio perpetrato nei confronti di medici “rei” di aver agito in scienza e coscienza.

  • Chiediamo una ricostruzione e profonda riqualificazione della sanità pubblica, ferita per decenni da tagli di risorse, di servizi e di posti letto, e uscita a pezzi dalla folle gestione pandemica. Tutte le spinte, esplicite o surrettizie, alla privatizzazione dei servizi sanitari devono essere arrestate.
  • Chiediamo l’attivazione di piani di medicina territoriale e di prossimità, puntando sulla prevenzione e sulla medicina personalizzata, e rifiutando ogni tendenza ad una medicalizzazione della vita.
  • Chiediamo l’insediamento di una commissione d’inchiesta parlamentare sulle scelte dei governi durante l’emergenza sanitaria.
  • Chiediamo il ripristino del principio di autodeterminazione al trattamento sanitario da parte del paziente e della libertà terapeutica in scienza e coscienza da parte del medico.
  • Chiediamo il ritorno in ogni settore lavorativo e in abito scolastico a condizioni normali di operatività, con l’abbandono di tutte le misure straordinarie introdotte all’insegna dell’emergenzialismo sanitario (mascherine, distanziamento, ecc.).
  • Chiediamo di affrontare con rigore il problema del conflitto d’interessi sul piano sanitario, con l’implementazione di un severo sistema di controllo sulle pervasive commistioni tra l’interesse delle case farmaceutiche e la pratica medica.

3

Lavoro e welfare

Il lavoro, pubblico e privato, autonomo e dipendente, è il grande perdente nell’epoca neoliberale, a favore dell’espansione del capitale finanziario. Rivendichiamo la dignità del lavoro con azzeramento della legislazione volta alla precarizzazione e agli attacchi al lavoro autonomo. Sostegno alle politiche di piena e buona occupazione.

  • Chiediamo l’istituzione di un salario netto minimo a 1200 euro al mese.
  • Chiediamo un piano di manutenzione nazionale del territorio, coinvolgendo i percettori del reddito di cittadinanza.
  • Chiediamo un assegno sociale per invalidità minimo a 1000 euro e aiuti alle famiglie numerose con incentivi economici e sociali per l’incremento della natalità.
  • Chiediamo l’abolizione della legge Fornero e delle sue varianti, ripristinando quota 95 (60 anni di età e 35 di contributi) e 90 per i lavori usuranti, con un ritorno al regime pensionistico retributivo.
  • Chiediamo lo sviluppo del welfare per la famiglia, nucleo portante della società. Nello specifico chiediamo l’ampliamento dell’offerta di asili nido, la gratuità della refezione scolastica, e l’estromissione integrale delle multinazionali dalla gestione di tali servizi.
  • Chiediamo di affrontare il problema dell’emergenza abitativa attraverso l’istituzione di un “mutuo di cittadinanza” che consenta agli assegnatari di un alloggio di edilizia residenziale pubblica di acquistare l’alloggio loro assegnato.
  • Chiediamo la semplificazione e sburocratizzazione degli infiniti farraginosi adempimenti richiesti alle piccole imprese.
  • Chiediamo un abbattimento delle spese di installazione, spese di gestione e commissioni bancarie sulle transazioni (POS), con creazione di una piattaforma digitale nazionale per l’interscambio di moneta digitale.
  • Chiediamo una tutela fiscale per le partite IVA messe in difficoltà negli ultimi anni, con revisione del sistema di recupero del credito, prescrizione per le posizioni debitorie meno ingenti, e limitazione delle possibilità di rivalsa su prima casa e stipendio per la medesima fascia di debitori.

4

Economia

Il processo di deindustrializzazione del paese, proseguito senza interruzione per tre decenni, va arrestato. Simultaneamente il comparto agricolo è in perenne sofferenza, schiacciato da margini sempre meno sostenibili, che possono condurre ad un abbandono di terre coltivabili. È perciò necessario sostenere una politica economica che riprenda la programmazione industriale improntata in senso antiliberista, popolare e rispettosa dell’ambiente. In un mondo dominato dalle multinazionali e dai fondi speculativi, rivendichiamo un’attualizzazione della lotta di classe che individui nell’opposizione tra gli interessi del capitale finanziario e gli interessi del lavoro il principale fronte di lotta.

  • Chiediamo forme di controllo pubblico sui settori strategici dell’economia e la nazionalizzazione della Banca d’Italia, riassegnando allo Stato le quote in mano agli azionisti privati.
  • Chiediamo la costruzione di uno specifico servizio pubblico per favorire il commercio nazionale (privilegiando la logica del km zero) offrendo ad aziende e consumatori una piattaforma web esente da costi per promuovere le vendita e gli acquisti.
  • Chiediamo il ripristino urgente di forme automatiche di adeguamento dei salari all’inflazione, sul modello della “scala mobile”.
  • Chiediamo il ripristino di una tassazione seriamente progressiva, che, sulle persone fisiche, ricalchi l’imposta delineata dalla riforma del 1971 con 32 scaglioni di reddito.
  • Chiediamo anche per le imprese l’introduzione di un’imposta progressiva, calcolata sulla base dei soli utili non reinvestiti.
  • Chiediamo l’eliminazione della direttiva Bolkestein e la ristrutturazione del sistema delle concessioni, da quelle demaniali a quelle per lo sfruttamento delle risorse strategiche naturali (acqua, gas, petrolio) e infrastrutturali (strade e autostrade, beni immobili, frequenze radio e tv, dorsale telefonica e informatica).
  • Chiediamo – per il comparto agricolo – il recupero e il reimpiego dei contributi versati alla Unione Europea in Crediti Agro-Ambientali (CAA) a copertura totale delle spese di acquisizione dei mezzi tecnici, quali fertilizzanti, antiparassitari, pratiche di controllo delle infestanti, ecc.
  • Chiediamo la ripresa di una politica industriale di lungo periodo, che si opponga alla drammatica deindustrializzazione del paese e che affronti strutturalmente il tema dell’approvvigionamento energetico.
  • Chiediamo l’incentivazione del consumo locale ordinario dei prodotti di stagione in sinergia con il contenimento delle spese di trasporto e con la filiera della ristorazione locale e/o di distretto. Chiediamo in quest’ottica la creazione di mercati locali di biodistretto nei quali consentire distribuzione, vendita e scambi commerciali di prodotti primari tipici della eco-agro-zona di appartenenza.
  • Chiediamo un massiccio piano di investimenti per il rilancio del turismo, settore fondamentale dell’economia italiana.
  • Chiediamo che tutte le proposte onerose presenti in questo programma vengano finanziate da un profondo e articolato intervento sui profitti delle multinazionali operanti sul territorio nazionale, profitti esplosi negli stessi anni in cui la popolazione ordinaria subiva una drammatica riduzione del proprio tenore di vita.

5

Media e controllo tecnologico

La società contemporanea consente forme di controllo più potenti e pervasive di ogni altra epoca nella storia. Rifiutiamo l’idea che i diritti primari (lavoro, sanità, istruzione, reddito) possano essere condizionati alla condotta personale e concessi ad hoc. Rigettiamo ogni forma di controllo sociale attraverso le piattaforme tecnologiche. Il sistema sperimentato col green pass deve restare un ammonimento a futura memoria su ciò che non deve mai più accadere. Rifiutiamo ogni forma di censura e di manipolazione mediatica, giustificate con agende emergenziali.

  • Chiediamo l’abbandono di ogni prospettiva di abolizione del contante con il pretesto fittizio della lotta all’evasione fiscale.
  • Chiediamo una sospensione del processo di introduzione dell’Identità Digitale Europea, con particolare riferimento allo European Digital Identity Wallet, che ne valuti tutti gli aspetti operativi e legali, e ne assicuri l’impossibilità di un utilizzo repressivo e di sorveglianza.
  • Chiediamo di imporre il divieto assoluto per le banche e i gestori di portafogli elettronici di chiudere i conti dei clienti o rendere indisponibili i loro fondi, se non in seguito a un’ordinanza della magistratura.
  • Chiediamo di imporre il divieto assoluto per i fornitori di servizi digitali che operano sul territorio italiano di chiudere i profili personali, censurare, rimuovere o in qualunque modo ridurre l’accessibilità dei contenuti pubblicati dai cittadini, così come di impedire loro l’accesso e la fruizione delle funzionalità offerte, se non in seguito a un’ordinanza della magistratura.
  • Chiediamo una pubblica rendicontazione di tutte le fonti di finanziamento dei sedicenti “fact-checkers” indipendenti.
  • Chiediamo un’attenta valutazione, e un freno, a tutti i processi di estensione della sorveglianza sulla popolazione attraverso l’accesso ai dati su internet e in generale nella rete delle telecomunicazioni.

6

Giustizia

Il paese rimane sotto ricatto di una vasta rete illegale, la cui forza è amplificata dalla debolezza dell’istituzione giudiziaria. Bisogna promuovere una lotta senza tregua alla mafia, alla corruzione e alle organizzazioni criminali. Ed è necessario ripristinare un’autentica separazione dei poteri tra potere giudiziario e i poteri politici (legislativo ed esecutivo).

  • Chiediamo la fine del segreto di stato sulla stagione delle stragi e sulle responsabilità interne e internazionali nella strategia della tensione.
  • Chiediamo la costituzione di una commissione d’inchiesta con gli stessi poteri dell’autorità giudiziaria sulle responsabilità istituzionali in quella stagione.
  • Chiediamo una vera riforma della giustizia dalla parte del popolo, con una magistratura non asservita ai poteri forti bensì a tutela delle ragioni dei più deboli. Un processo giusto e rapido, non impietoso con i deboli e remissivo con i forti.
  • Chiediamo l’abolizione dell’influenza delle correnti giudiziarie nelle carriere dei magistrati e la cancellazione di ogni commistione con la politica, attraverso una seria e radicale riforma del CSM introducendo la designazione tramite sorteggio dei membri togati del CSM.
  • Chiediamo l’abrogazione della riforma Cartabia, legge truffa che peggiora lo stato della Giustizia e favorisce l’impunità dei potenti.

7

Trasporti

Il settore dell’autotrasporto italiano, spina dorsale del paese, che ha fornito un vitale contributo nel periodo pandemico, da molti anni sta vivendo una situazione di crisi profonda. La richiesta di soluzione è pressante e non più rinviabile. Negli ultimi venti anni questo cambiamento è stato ostacolato anche da sindacati e associazioni di categoria burocratizzati, disinteressati, spesso asserviti a mentalità arcaiche senza una visione del futuro.

  • Chiediamo un sistema di controllo digitale integrato ( GNSS ) per il monitoraggio del traffico veicolare medio e pesante, esteso su base europea e che coinvolga ogni automezzo che transiti per la rete viaria interessata, al fine di contrastare fenomeni di cabotaggio illegale, contrabbando di carburante, traffico illecito di rifiuti, evasione fiscale e contributiva, per favorire la tracciabilità delle merci, la tracciabilità e validità dei contratti di lavoro, il controllo sull’abuso del distacco transazionale dei dipendenti, il controllo sulle attività fittizie di aziende delocalizzate o esterovestite.
  • Chiediamo il riconoscimento della tipologia di lavoro “usurante” a favore degli autisti professionisti parimenti agli autisti di linea urbana di mezzi per il trasporto persone.
  • Chiediamo il riconoscimento del settore trasporto merci come “servizio universale”, parimenti al servizio postale, aeroportuale, sanitario, comprendendo tutti i benefici del caso legati alla specifica tipologia. Chiediamo garanzie sui tempi di pagamento, sulle deroghe alla circolazione, sulle tariffe, sulla contrattazione, sulla tutela delle tariffe minime di esercizio esattamente come avviene per il trasporto pubblico dei Taxi.

8

Ambiente

La competizione economica illimitata e la mercatizzazione globale sono i principale nemico dell’equilibrio tra uomo e ambiente. Sosteniamo una visione di profondo rispetto della natura, interna ed esterna all’umano. Alla luce della tendenza diffusa ad utilizzare l’emergenzialismo come modo per imporre agende antipopolari, diffidiamo di tutte le operazioni di “greenwashing”: la nostra vuole essere una difesa dell’ambiente in senso strutturale e non strumentale, olistico e non propagandistico.

  • Chiediamo un monitoraggio epidemiologico pubblico che indaghi i rapporti nel tempo tra lo sviluppo di patologie e la presenza di variabili ambientali critiche (inquinamento elettromagnetico, inquinamento da microplastiche, ecc.).
  • Chiediamo che ogni eventuale sacrificio economico chiesto alla popolazione nel nome delle emergenze ambientali venga imposto preventivamente e prevalentemente ai gruppi sociali più benestanti, in modo da evitare che l’ambientalismo divenga l’ennesima scusa per riproporre interventi classisti.
  • Chiediamo incentivi economici rivolti alle piccole e medie imprese per l’acquisto di pannelli solari, mini eolico e macchinari per produzione di biometano, per rendere le imprese autonome dal punto di vista energetico.
  • Chiediamo la riconversione degli allevamenti intensivi perché forieri di farmacoresistenza, grave inquinamento, carni di bassa o nulla qualità, maltrattamento animale. Divieto di macellazione domestica per qualsiasi animale, per garantire le corrette procedure di soppressione indolore e per la verifica della salubrità delle carni.
  • Chiediamo una riconversione massiccia all’agricoltura biologica intesa come complesso delle pratiche agronomiche a basso impatto ambientale e antropico, in contrapposizione al modello di nicchia elitaria attualmente riservato alla produzione biocompatibile.

9

Pubblica istruzione

La formazione scolastica e universitaria, da sempre la cenerentola nei finanziamenti nazionali, ha subito negli ultimi vent’anni anni un ulteriore attacco, nel nome di un efficientismo di facciata, che ne ha prosciugato le già limitate facoltà. È indispensabile mettere mano ad una ricostruzione e riqualificazione del sistema formativo, scolastico e universitario. La stella polare dev’essere rappresentata da un’idea di scuola come comunità educante e come luogo di formazione dell’essere umano: la scuola non dev’essere un’azienda e non deve formare né consumatori né ingranaggi sociali, ma cittadini.

  • Chiediamo l’abbandono del modello di scuola-azienda, la fine della cosiddetta “autonomia scolastica” che ha supportato tale modello aziendale, e l’abolizione della figura del dirigente scolastico-manager.
  • Chiediamo l’abbandono della “didattica per competenze” e dell’alternanza scuola-lavoro, che sottrae sterilmente (quando non pericolosamente) centinaia di ore alla didattica e allo studio.
  • Chiediamo l’adeguamento della spesa pubblica italiana per l’istruzione almeno alla media europea.
  • Chiediamo la sburocratizzazione del lavoro degli insegnanti, scolastici e universitari, chiamati sempre di più a compiti organizzativi ed amministrativi e con sempre meno risorse da dedicare a studio e didattica. Abolizione dell’Invalsi.
  • Chiediamo l’abolizione di ciò che è diventata l’educazione civica, come strumento di indottrinamento e addestramento alle agende politiche correnti (come l’agenda 2030).
  • Rivendichiamo fermamente la libertà d’insegnamento, come da dettato costituzionale, libera dai condizionamenti delle pressioni economiche e dai dettami del politicamente corretto.
  • Chiediamo investimenti nell’edilizia scolastica, ampliamento e modernizzazione degli spazi scolastici a disposizione, fine delle “classi pollaio”.
  • Nel comparto universitario chiediamo un forte impegno per il diritto allo studio, con gratuità dei servizi e fornitura di un reddito di base per gli studenti che siano in regola con gli studi, così da consentire anche alle classi meno abbienti di garantire un’istruzione di livello elevato ai propri figli.
  • Chiediamo l’eliminazione dei test d’ammissione preliminari all’accesso all’università e l’abbandono della logica del “numero chiuso”: la selezione degli studenti deve avvenire durante il percorso, a partire dalla conclusione del primo anno, attraverso il sistema ordinario degli esami ed eventuali prove dedicate, ponendo soglie minime per l’accesso agli anni successivi.

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Cultura

La cultura contemporanea è improntata a processi sistematici di mercificazione, relativizzazione e cancellazione, che minano in profondità le radici delle nostre società e creano condizioni di disorientamento per le nuove generazioni. A questa tendenza, che denunciamo come degenerativa, noi vogliamo contrapporre una cultura del radicamento e dell’approfondimento.

  • Sosteniamo la creazione di un costante collegamento tra formazione scolastica e fruizione del patrimonio artistico ed architettonico, da valorizzare attraverso itinerari tematici storico-artistici, volti a promuovere l’intelligibilità della storia dei territori.
  • Chiediamo l’abolizione della riforma Franceschini con particolare riferimento ai tagli di organico, allo scriteriato ricorso al volontariato, ai criteri per la distribuzione di fondi, al declassamento di biblioteche e archivi, al noleggio del patrimonio artistico per eventi privati.
  • Chiediamo la moltiplicazione sul territorio di spazi liberi di incontro e confronto, spazi da mettere gratuitamente a disposizione della cittadinanza, di gruppi, associazioni, organizzazioni che ne vogliano usufruire per discussioni aperte, dibattiti politici, seminari, performance artistiche, ecc.
  • Promuoviamo una cultura ancorata alla natura e alla storia, che respinga agende di ispirazione transumanista, relativistica e nichilista, che prenda le distanze da progetti di ingegneria genetica quanto di ingegneria sociale.